Comune di Modena
Servizio Pianificazione Urbanistica   POC MO.W
Piano operativo di Riqualificazione Urbana per il Quadrante di Modena Ovest
 



I.1 - Documento Programmatico per la Qualità Urbana
Presentazione | Struttura urbana | Problematiche e opportunità | Concept plan | appendice 1: Trasporti e mobilità | appendice 2: Dotazioni territoriali e ambiente | appendice 3: Comunità

 

Struttura urbana

Inquadramento dell'area | Sub-area 1: la via Emilia Ovest | Sub-area 2: la ferrovia da dismettere | Sub-area 3: il nodo del cavalcavia | Sub-area 4: l'ingresso al cimitero | La nuova stazione intermodale

 
Sub-area 2: la ferrovia da dismettere

via Tabacchi La ferrovia storica dismessa, in quanto ramo ferroviario FS - anche se ormai sostituito da una nuova linea con caratteristiche più moderne - ovviamente ha origine nella stazione ferroviaria FS, e di qui si estende verso ovest, disegnando un'ampia piega, per tutto lo sviluppo della direttrice urbana che ci interessa.
 
Di conseguenza l'inizio di questo "ramo" strutturale dell'intera direttrice viene a coincidere proprio con la stazione ferroviaria: o meglio, nell'ipotesi della trasformazione urbana, con l'area destinata alla realizzazione della Nuova Stazione Intermodale Bifronte.
 
Si tratta di uno specifico progetto di riqualificazione urbana, dotato di un certo grado di specializzazione e di autonomia funzionale, pensato per realizzare la Nuova Stazione Intermodale nell'area dell'attuale scalo ferroviario in dismissione, trasferendovi anche l'attuale Stazione degli Autobus (urbani ed extraurbani), nonché i nuovi servizi in comune, compresi i parcheggi e gli altri supporti per i viaggiatori.
 
Fa parte del progetto la completa riorganizzazione del piazzale antistante la Stazione - prevalentemente dedicato ai mezzi del trasporto pubblico urbano e suburbano - insieme a nuove soluzioni viabilistiche (su due livelli), ed al completamento del sistema dei sottopassi pedonali.
 
Il progetto assume decisamente una sua dimensione "urbana", giacché prevede la formazione di tre piccoli isolati, analoghi al tessuto urbano di base, con funzioni ed attività complementari - tra cui la residenza - atti a completare con carattere di urbanità, quindi non troppo specialistico, il bordo del Centro Storico lungo Viale Monte Kosica (proprio di fronte al complesso plurifunzionale dell'ex Manifattura Tabacchi).
 
Sull'altro lato, invece, il progetto valorizza l'uscita, ed in generale il rapporto, della Nuova Stazione Intermodale Bifronte con il vasto ambito di riqualificazione (in corso di attuazione) della cosiddetta Città del Nord.
Tali obiettivi urbanistici, evidentemente, si relazionano anche alla necessità di portare nella zona della nuova stazione maggiori e più diversificate presenze urbane, derivanti da una molteplicità di funzioni e di motivazioni, in modo da contrastare - con la maggiore frequentazione ed il controllo sociale che ne deriva - gli eventuali fenomeni negativi che molto spesso caratterizzano le zone ferroviarie troppo specializzate e introverse.
 
Nella logica dell'intermodalità, la linea ferroviaria dismessa - o meglio il suo sedime - viene opportunamente destinato ad un servizio di trasporto pubblico urbano in sede propria, di nuova concezione ed elevata efficienza, destinato ad alimentare in modo innovativo tutta la direttrice ovest.
L'occasione è del tutto eccezionale, e rappresenta, da sola, il più potente fattore disponibile per realizzare le ipotesi della trasformazione urbana.
 
Il tema specifico della qualità del nuovo sistema di trasporto pubblico urbano è un tema troppo tecnico per poter essere affrontato in questa sede: possiamo solo immaginare che si tratti di qualcosa del genere di una moderna metro-tranvia di superficie, probabilmente del tipo su gomma ed a guida vincolata, giacché queste sono le soluzioni più frequentemente adottate in casi analoghi: ma qualunque possa essere la scelta tecnologica, il senso del ragionamento non cambia.
 
la linea ferroviaria dismessa La linea ferroviaria dismessa si colloca, come sedime, lungo il margine sud dell'ambito ferroviario, e quindi procede verso ovest in fregio a Viale Montecuccoli, sottopassando il cavalcavia Cialdini e poi accompagnando via Paolucci fino alla zona del Cimitero, da dove, spostandosi verso sud, va ad intersecare la Via Emilia Ovest.
 
In questo tratto la linea serve localmente: le strutture sportive (stadio, piscine Dogali), le strutture direzionali (Cialdini), la zona industriale di riqualificazione (fronte opposto a quello della Via Emilia), ed infine lo stesso Cimitero Monumentale; poi inizia la parte di città destinata ad una più marcata trasformazione-riqualificazione.
 
Attraversata la Via Emilia, infatti, la linea entra nella zona, ben delimitata, del vecchio Villaggio Artigiano: il quale, oltre ad essere storicamente un villaggio molto caratterizzato e "memorabile", inconfondibile per i Modenesi, rappresenta anche - progettualmente - l'ambito di riqualificazione urbana più significativo ed originale, oltreché quello di maggior valore strategico, ai fini del programma generale di riqualificazione.
Il tema è ampiamente illustrato nella Relazione Illustrativa.
 
Detta linea, con il suo andamento "diagonale", accompagna precisamente tutto il lato ovest del Villaggio Artigiano, separandolo dalle più recenti aree residenziali, per servizi, e soprattutto per verde pubblico, dell'adiacente quartiere di espansione suscettibile di qualche completamento.
 
il tracciato ferroviario verso Cittanova Con la dismissione ferroviaria, tale linea - che storicamente ha rappresentato per il Villaggio un confine chiuso e antipolare, determinando così il "retro" degli insediamenti - diventa a tutti gli effetti un asse disponibile alla fruizione pubblica a livello cittadino, e quindi suscettibile di ricucire le due parti, anziché dividerle.
Nella sua nuova destinazione urbana, la linea diagonale può assumere diverse caratterizzazioni funzionali ed organizzative: quantomeno nel tratto che va dalla nuova polarità (generata nell'intersezione con la Via Emilia) fino al termine del Villaggio Artigiano, segnato dalla grande viabilità di scorrimento urbano, e quindi all'uscita dalla vera e propria zona urbana di riqualificazione.
Caratterizzazioni che rappresentano altrettante possibili alternative di progetto per l'utilizzo della sezione disponibile; la quale presenta una larghezza mediamente compresa tra i 15 e i 20 mt.
 
Naturalmente, le alternative dipendono, prima di tutto, dalla scelta tecnica relativa al sistema di trasporto pubblico in sede propria; ma dipendono anche da una scelta urbanistica più generale, in ordine al significato che si vuole conferire a questo nuovo (ed inesplorato, per tutta la città di Modena) tema di progetto della morfologia urbana.
In linea generale, per esempio, l'utilizzo completo della sezione della diagonale potrebbe prevedere (da est a ovest) la disposizione di: una (sotto)strada al servizio del fronte del Villaggio Artigiano; una pista ciclabile bidirezionale; una grande passeggiata pedonale alberata; una carreggiata o sede speciale bidirezionale riservata al trasporto pubblico.
Ma potrebbe anche prevedere una diversa dislocazione in sequenza, oppure l'eliminazione di una o più componenti fra quelle ricordate.
 
Va osservato che, nella figura della trasformazione, il "valore" della diagonale, nel suo nuovo significato di asse accentrante e non dividente, resta comunque di assoluto rilievo, indipendentemente dalla specifica soluzione tecnica assegnata al suo funzionamento infrastrutturale.
Molto importanti sono pure i suoi recapiti.
Mentre quello a nord coincide ovviamente con la nuova polarità di progetto, quello a sud, posizionato in corrispondenza di nuove soluzioni viabilistiche di scorrimento urbano, può risolversi - oppure no - con un collegamento (più o meno) diretto con le stesse.
 
Soluzioni alternative, queste, che tuttavia possono cambiare in modo significativo i livelli e le modalità di fruizione della diagonale; e che probabilmente potranno trovare una definitiva risposta progettuale solo nel momento in cui la sezione organizzativa della diagonale stessa sarà completamente definita in funzione delle scelte tecnologiche della linea del trasporto pubblico urbano.
 
Per quello che riguarda nello specifico la riqualificazione del Villaggio Artigiano al suo interno, ciò che conta nella trasformazione è l'idea di confermare e di valorizzare, aggiornandolo, il carattere - unico e irripetibile - di questa parte della città.
Carattere che fin dalla sua origine, a ben vedere, è stato quello di luogo dedicato ad attività artigianali con particolare vocazione creativa e innovativa, espressioni originali dell'individualità del fare.
E che oggi si può ben "aggiornare" immaginando un insediamento particolarmente dedicato alla vasta gamma delle attività ad alto contenuto intellettuale, innovativo e ideativo.
Si può pensare ad una "città dei creativi".
Ciò significa una figura della trasformazione che, nella sostanza, si pone in continuità proprio con la sua natura originaria; e che può farlo, programmaticamente, per effetto di una "regola di progetto" che incoraggia - avvantaggiandoli - quegli interventi edilizi di riqualificazione che, pur nel rinnovo, nell'adeguamento e nel riuso, conservano una tipologia di spazio integrato per residenza ed attività, o almeno una tipologia analoga ed appropriata agli usi ed agli utenti "creativi".
 
Il sistema delle regole per il riuso edilizio, oltre ad essere del tutto innovativo e specifico per le condizioni del Villaggio Artigiano, rappresenta una possibilità unica, finora mancante nel contesto modenese, per insediare piccole attività "creative": per le quali la casa-bottega, come soluzione tipologica adatta alle nuove esigenze contemporanee, può essere una risposta appropriata alle necessità o preferenze individuali, ed al tempo stesso alla creazione di un ambiente favorevole - per "contaminazione" - alla nascita e allo sviluppo delle imprese di questo genere.
 
In questa scelta, naturalmente, c'è anche la conservazione dell'impianto lottizzativo tradizionale ed a maglia "fine", nonché il necessario adeguamento funzionale dell'urbanizzazione, pur nel rispetto dello schema esistente; mentre ciò che cambia è il completo rovesciamento del lato sulla diagonale, che da "retro" può diventare "fronte", e con un nuovo affaccio di prim'ordine.
In questo caso, probabilmente, per il maggior rilievo della trasformazione, l'intervento edilizio diretto può essere meglio sostituito da un intervento urbanistico preventivo; tanto più se si immagina che sia necessario un certo coordinamento dei fronti stessi.
 
Dopo la conclusione sud del fronte del Villaggio Artigiano, la linea del trasporto pubblico in sede propria può servire anche l'importante Polo Scolastico Leonardo, che rappresenta un consistente bacino d'utenza, e quindi tutta la parte sud del quartiere residenziale di nuovo insediamento.
Infine ha la possibilità di proseguire ancora verso ovest, sotto-passando la Tangenziale, fino a servire i grandi recapiti specialistici "esterni" (che nel territorio si presentano come le ultime frange di urbanità) rappresentati da Ipermercati, Fiera, e Direzionale Cittanova, che costituiscono comunque una domanda molto significativa, perché prevalentemente concentrata nel tempo e nello spazio.


 
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