Comune di Modena
Servizio Pianificazione Urbanistica   POC MO.W
Piano operativo di Riqualificazione Urbana per il Quadrante di Modena Ovest
 



I.1 - Documento Programmatico per la Qualità Urbana
Presentazione | Struttura urbana | Problematiche e opportunità | Concept plan | appendice 1: Trasporti e mobilità | appendice 2: Dotazioni territoriali e ambiente | appendice 3: Comunità

 

Concept plan

Linee di indirizzo | I criteri per la riqualificazione | I sistemi urbani della riqualificazione | A. Sistema della mobilità | B. Sistema dei tessuti urbani | C. Sistema delle dotazioni ambientali | D. Sistema dello spazio pubblico

 
viale pedonale Linee di indirizzo

Le valutazioni svolte ci hanno portato a considerare, come effetto della trasformazione di progetto, un generale rafforzamento del ruolo urbano di tutta la direttrice ovest, opportunamente inserito nel quadro complessivo della città di Modena.
 
In altri termini, si conferma l'ipotesi iniziale che MO.W diventi città a pieno titolo: anche perché, riducendo l'estensione di una periferia (che di per sé presenta precise esigenze di riqualificazione), la direttrice ovest riequilibra la più consolidata e più strutturata direttrice urbana di levante; e, in definitiva, l'intero organismo urbano modenese.
 
In questo senso, è già implicito il ruolo urbano della direttrice ovest: più precisamente, il suo rafforzamento nel processo di riqualificazione ipotizzato, anche per effetto diretto degli interventi strutturali previsti sulla Via Emilia Ovest e sul sedime della linea ferroviaria dismessa.
 
Il rafforzamento della direttrice ovest, dal punto di vista della logica della "pianificazione" urbanistica, trova una precisa conferma di validità nell'abbondanza delle dotazioni territoriali di servizio già presenti.
 
Le dotazioni di verde pubblico, soprattutto, ma anche delle attrezzature scolastiche e sportive, nonché delle aree già destinate al completamento degli standard urbanistici, presentano - sul piano quantitativo ma anche qualitativo - condizioni certamente idonee e compatibili rispetto alle possibilità di insediamento delle nuove quote abitative, implicite nelle trasformazioni ipotizzate.
 
Inoltre la "densificazione" della direttrice (nei limiti contenuti nella figura della trasformazione descritta) è la conseguenza - ovvia, coerente e necessaria - dell'innovazione "strategica" rappresentata dall'impianto di un efficiente ed impegnativo sistema di trasporto pubblico in sede propria (quale ad esempio la ipotizzata metrotramvia).
Nel senso che, una volta deciso l'investimento nel sistema, il rendimento va ottimizzato massimizzando l'utenza direttamente servita nelle migliori condizioni di accessibilità pedonale.
Come, d'altro canto, la densificazione urbana risulta certamente più sostenibile, e di minore impatto sul contesto urbanizzato, in presenza del sistema di trasporto pubblico efficiente.
 
particolare costruttivo Dal punto di vista qualitativo, inoltre, la figura della trasformazione mostra che MOW, città eterogenea, nel medesimo processo di riqualificazione non perde affatto la sua particolare identità.
Anzi, è proprio lavorando sulle sue differenze, è proprio mantenendo e valorizzando tutto ciò che specialmente la contraddistingue, che riesce a raggiungere più elevati livelli di urbanità, ed a svolgere in sostanza un ruolo urbano più compiuto e significativo.
 
Abbiamo visto come le principali caratteristiche identitarie riconosciute ai diversi "ambiti" di cui si compone la direttrice possono essere adattate alle nuove interpretazioni di progetto: dalla "dilatazione" del Centro Storico; alla "rigenerazione e rivitalizzazione" del vecchio Villaggio Artigiano; alla "vetrina" delle eccellenze produttive e del marketing urbano.
 
Abbiamo visto come la valorizzazione possibile riguardi grandi attrezzature, aree e risorse urbanistiche di scala urbana: dalla soluzione della Nuova Stazione Intermodale Bifronte; al riassetto del fronte-passeggiata del grande Parco Ferrari; al reinserimento urbanistico e simbolico del Cimitero Monumentale.
 
Abbiamo visto come gli stessi punti critici possono diventare punti di forza, nel progetto della trasformazione: dall'uso urbano, funzionale e ambientale, del sedime della linea ferroviaria dismessa; alla riconnessione-ripristino della Via Emilia, con reinterpretazione "paesaggistica" del cavalca-ferrovia; alla creazione della Piazza, proprio là dove un luogo di risulta e relitto può diventare una nuova e importante centralità urbana.
 
In queste trasformazioni, infine, la direttrice ovest recupera e consolida anche il rapporto con le grandi attrezzature terziarie dislocate oltre la Tangenziale, in una proiezione "strategica" verso il territorio di Reggio Emilia.
Al tempo stesso mantiene, ed anzi rafforza e completa, il suo carattere conclusivo nel "complesso" nodo infrastrutturale di scala territoriale.
D'altra parte, per tutto quanto sopra ricordato, certamente non si può non sottolineare un ulteriore aspetto, quale riconoscimento di validità della trasformazione ipotizzata.
 
Si tratta di un aspetto concettualmente molto importante. E cioè che, in tutto questo processo di riqualificazione urbana, che parte dalle differenze e si pone l'obiettivo della loro completa valorizzazione, possiamo escludere - molto opportunamente - il rischio che si tenda verso l'omologazione dell'ambiente costruito e abitato (che è proprio il rischio più corrente delle anonime periferie contemporanee).
Insomma, possiamo escludere che la città, perdendo il fascino e la ricchezza delle sue diversità, tenda a trasformarsi in un ambiente omogeneo - magari anche con buoni standard funzionali e conformi - ma omologato ad un'unica idea, ad un'unica visione, ad un'unica forma di città. Giacché la prospettiva della città eterogenea è decisamente preferibile: ed a MO.W è anche perseguibile con successo.


 
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