Comune di Modena
Servizio Pianificazione Urbanistica   Quadro Conoscitivo del Piano Regolatore
 


Principi generali del Progetto Ambiente

Comune di Modena - Settore Risorse e Tutela Ambientale
  ing. Alberto Muratori  
 

pianificazione urbanistica e pianificazione ambientale

principi generali

contenuti metodologici e aspetti operativi

tutela ambientale preventiva nella strumentazione urbanistica

progetti di settore e strumenti di verifica

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L'introduzione dei principi di tutela ambientale preventiva nella strumentazione urbanistica

Nel corso della prima fase di impostazione metodologica del Progetto Ambiente si sono approfonditi i temi delle modalità secondo cui garantirsi il conseguimento di un Piano Regolatore complessivamente improntato a criteri di tutela ambientale preventiva, così da minimizzare l'esigenza di successive valutazioni di impatto ambientale relative a singole scelte.
 
Gli aspetti attinenti alla strumentazione urbanistica da sottoporre a verifica di compatibilità ambientale, o che possono trovare influenzata la relativa disciplina da considerazioni di tutela ambientale o di ottimale uso delle risorse possono essere così riaggregati:

a - relativamente a ciascuna zonizzazione
 
a.1 -

elenco delle attività consentite;
 

a.2 -

criteri di classificazione/articolazione delle attività:
che potranno risultare in taluni casi inadeguati alle reali esigenze ambientali;
 

a.3 -

modalità di intervento
e in specie:
    - densità/indici edificatori
    - standards d'uso
    - trattamento aree di pertinenza
    - (eventuali) prescrizioni particolari;
 

b - relativamente al complesso delle scelte
 
b.1 -

distribuzione territoriale degli insediamenti:
da rendere quanto più coerente alla "reale" vocazione funzionale dei luoghi;
 

b.2 -

norme di carattere generale:
(inerenti le procedure di approvazione, l'acquisizione di pareri, la scelta degli standards significativi, le garanzie, i dati conoscitivi e le documentazioni da fornire in sede di progettazione particolareggiata, etc.)
 

Va poi definito l'elenco degli "indici ambientali" cui riferirsi, da un lato, per operare le citate verifiche di compatibilità; e da un'altro, per indirizzare, in termini propositivi e finalizzati ad un corretta risposta alla "domanda" dell'ambiente, la definizione di quegli aspetti ed elementi costitutivi della strumentazione urbanistica che abbiamo qui sopra sinteticamente elencato.
 
In tal senso non può omettersi di aver presente che tra gli ostacoli più difficilmente superabili al definitivo decollo delle metodologie di impatto ambientale, quali ci vengono proposte da sperimentazioni ed esperienze altrove già in corso, va senza dubbio riconosciuta l'interminabile lunghezza delle "liste di controllo" su cui operare la valutazione; che rende problematico il momento "decisionale" e offusca la chiarezza del metodo per quanto attiene la pur necessaria gerarchia di valori.
Tale considerazione assume anche maggior rilievo quando, come nel nostro caso, ci si ponga il problema di una valutazione "a priori", di tipo cioè preventivo, non su una singola opera (come una cava, una strada, una centrale elettrica, un impianto di trattamento rifiuti), ma su uno strumento urbanistico, per giunta in fase di definizione.
 
Elemento fondamentale per rendere concretamente gestibile l'approccio proposto, ci sembra pertanto l'individuazione di un numero quanto più limitato di parametri significativi, e la loro definizione nell'ambito dei problemi "reali" del contesto territoriale su cui dovrà appllicarsi lo strumento pianificatorio.

Gli "indici ambientali" da prendere in considerazione ci sembrano nella loro pluralità riconducibili a due sole tipologie, l'una afferente i "parametri di controllo" selezionati in modo da poter cogliere - e allineare - i principali fattori di impatto connessi all'esplicarsi delle attività umane, ai fini di rendere preliminarmente evidenti gli aspetti da verificare a monte del perfezionarsi delle proposte di P.R.G.; l'altra relativa a "indicatori vocazionali" in grado di rappresentare le caratteristiche intrinseche di ogni contesto territoriale e il grado di adattabilità del territorio alle sollecitazioni indottegli dal sistema insediativo.
 
Per quanto riguarda la prima categoria, inerente la rappresentazione di possibili impatti connessi alle attività, gli aspetti ritenuti significativi sono i seguenti:

-  caratteristiche quali/quantitative delle acque di scarico;
-  recapito degli scarichi idrici;
-  alterazioni alla permeabilltà dei suoli;
-  fabbisogno di dotazione idrica (con particolare riferimento all'auto approvvigionamento);
-  alterazioni all'assetto idrogeologico;
-  alterazioni al chimismo dei suoli;
-  emissione di polveri e fumi;
-  grado di rumorosità.

Sebbene l'uso di tali parametri sia teoricamente passibile di valutazioni e misure da condurre con tecniche e metodologie sofisticate, non può sfuggirci la discrezionalità e l'opinabilità di "pesi" e "punteggi" da assegnarsi a priori, cui dovremmo comunque far ricorso per "misurare" in termini (solo apparentemente) oggettivi ed omogenei i diversi gradi di impatto sull'ambiente.
 
Riteniamo pertanto preferibile (almeno finché non avremo acquisito sufficiente sicurezza nell'applicazione del metodo) affidarci a criteri empirico/intuitivi, che sembrano in grado di consentirci ugualmente risultati positivi, quando l'analisi venga condotta con la necessaria sistematicità, e siano vagliati tutti gli aspetti dello strumento urbanistico, che abbiamo in precedenza elencato.
 
Per taluni fattori di impatto; di cui appare utile verificare la effettiva distribuzione areale, è possibile costruire "mappe rappresentative" (es.: mappa degli scarichi, mappa dell'inquinamento delle acque superficiali, mappa dei prelievi idrici, mappa del rumore urbano, etc.) che, unitamente alla definizione di eventuali "soglie limite di ammissibilità" concorrano alla più oculata assunzione delle scelte.
 
La seconda categoria, quella definita degli "indicatori vocazionali" è invece riconducibile all'esigenza di conoscere a monte delle scelte le caratteristiche intrinseche del territorio, al fine di poterne preventivamente valutare il grado di adattabilità agli insediamenti e/o all'esercizio delle diverse attività umane.
 
L'azione pianificatoria potrà essere così condotta nella piena coscienza delle "reazioni" che potranno derivare dal proposto modello d'uso del territorio, e costituire al tempo stesso elemento motore per la ricomposizione di eventuali squilibri che meno attente valutazioni avessero in precedenza contribuito ad instaurare.
 
Anche in questo caso da riferire ai nodi ambientali propri del contesto locale, gli indicatori rappresentativi della nostra realtà territoriale sono stati così individuati:

-  condizioni di carico idraulico dei bacini di scolo;
-  portanza dei suoli;
-  propensione al dissesto;
-  potenzialità produttiva agricola dei suoli;
-  vincoli geomorfologici;
-  vulnerabilità all'inquinamento.

I primi quattro fattori tendono ad evidenziare una particolare caratteristica del contesto territoriale esaminato; gli ultimi due hanno invece carattere composito e possono assumere diverso peso e significato in funzione delle specifiche previsioni pianificatorie che si vadano ad operare.
 
Tutti gli elementi indicati possono comunque essere rappresentati col supporto di adeguate carte tematiche - o, eventualmente, attraverso la lettura incrociata di più carte tematiche, come nel caso dei vincoli geomorfologici e della vulnerabilità all'inquinamento. -
 
Alcuni presentano una più preponderante connotazione in termini vincolistici, altri assumono maggior valore propositivo: nessuno ha carattere "assoluto" e nega spazio alla "progettualità" della definizione pianificatoria.
 
Tutti insieme concorrono ad un'articolata definizione delle preferenziali vocazioni funzionale del territorio, per la cui scelta definitiva (la scelta di PRG) dovrà comunque farsi riferimento al primo gruppo di indici, relativo ai parametri di controllo; varrà la pena di ricordare poi che in un determinato contesto territoriale a caratteristiche note, una medesima ipotesi insediativa può generare ben diverse ripercussioni a seconda di come si siano articolate le attività consentite, o regolamentate le modalità di intervento; e viceversa.
 

Gli aspetti individuati possono essere allineati, ed anche "visivamente" unificati, costruendo una "matrice" che tutti li comprende e che consente di evidenziare le principali relazioni intercorrenti delle quali è possibile anche intuitivamente valutare la potenza (almeno in termini di "valenza forte", "valenza media", "valenza debole").

  distribuzione territoriale degli insediamenti norme a carattere generale modalità d'intervento criteri di articolazione / classificazione delle attività attività consentite Indici ambientali
prescrizioni particolari standards d'uso / trattamento aree di pertinenza densità indici edificatori
aspetti urbanistici
Acque superficiali - Acque sotterranee - Risorse ambientali - Ambiente urbano               caratteristiche quali / quantitative acque di scarico Parametri di controllo
              recapito degli scarichi
              alterazioni alla permeabilità dei suoli
              fabbisogno di dotazione idrica (per auto approvvigionamento)
              alterazioni all'assetto Idrogeologico
              alterazioni al chimismo dei suoli
              emissioni di polveri e fumi
              grado di rumorosità
 
              condizioni di carico idraulico dei bacini di scolo Indicatori vocazionali
              portanza dei suoli
              propensione al dissesto (subsidenza)
              potenzialità produttiva agricola dei suoli
              vincoli geomorfologici
              vulnerabilità all'inquinamento
 
La matrice Urbanistica / Ambientale
indici ambientali e aspetti urbanistici

La matrice urbanistica/ambiente presenta una triplice possibilità d'uso:

a - muovendo dalla lettura critica del Piano regolatore esistente,
     nei suoi diversi aspetti:
 
- per verificare la congruenza allocativa delle scelte di zonizzazione in precedenza adottate
 
parentesi graffa ai bisogni dell'ambiente rappresentati attraverso i relativi parametri di controllo ed indicatori vocazionali
- per valutare il grado di rispondenza all'articolato normativo
b - muovendo dagli indicatori vocazionali:
 
- per definire un sistema di vincoli allocativi e normativi
 
parentesi graffa in armonia con la destinazione preferenziale riconoscibile ai luoghi tenuto conto dei potenziali impatti, con nessi alle diverse attività
- per orientare scelte di zonizzazione
 
- per verificare preventivamente la compatibilità delle scelte in procinto di essere assunte
c - muovendo dai parametri di controllo:
 
- per proporre riaggregazioni dello attività consentite
 
parentesi graffa in termini tali da minimizzare gli impatti del sistema insediativo sull'ambiente e favorire un più razionale impiego delle risorse
- per orientare la ridefinizione dell'ordito delle classificazioni di zona
 
- per valutare relativamente ad ogni contesto il diverso grado di compatibilità del ventaglio delle possibili tipologie insediative
 
- per acquisire elementi di riconsiderazione della struttura del corpus normativo

L'analisi delle carte tematiche relative agli "indicatori vocazionali", che può dare significative indicazioni anche col tradizionale metodo "delle sovrapposizioni e degli scarti", se applicata sullo "stato di fatto" consente l'individuazione contestuale di una prima griglia di vincoli, e di elementi propositivi circa le preferenziali destinazioni del territorio.
 
Si tratta di acquisizioni dotte di elevati livelli di "oggettività", da confrontare con l'uso reale di suoli e con le destinazioni previste dallo strumento urbanistico in vigore. Ne sortiranno valutazioni di compatibilità ambientale sulle scelte a suo tempo adottate e, conseguentemente, argomentazioni per una loro conferma o modifica: non può infatti sfuggirci che la parte preponderante della revisione di un Piano Regolatore, nel nostro contesto, consiste nell'analisi critica della situazione esistente, e nell'adozione dei provvedimenti conseguenti a tale ipotesi.
 
Al tempo stesso le "mappe rappresentative" dei parametri di controllo potranno localizzare con immediata evidenza nodi ed aspetti problematici, di cui il nuovo strumento urbanistico dovrà farsi carico; mentre gli indici ambientali, allineati secondo una lista di controllo che determina une matrice con l'elenco dei diversi elementi costitutivi dello strumento urbanistico, consentono una verifica sistematica di ogni singola scelta di zonizzazione e di ogni formulazione di tipo normativo.
 
Si dovranno in ogni caso ricercare articolazioni - della zonizzazione e della normativa - in grado di conseguire i massimi livelli di coerenza con gli aspetti significanti della dimensione ambientale e di minimizzare gli eventuali impatti negativi connessi alle opzioni operate (es.: previsione di barriere antirumore per arterie di grande traffico a ridosso di insediamenti, da conseguirsi sia attraverso prescrizioni normative, che garantendo, in sede di zonizzazione, adeguate fasce di rispetto per la concreta realizzazione dell'intervento).
 
E' dunque puntando su un dispositivo molto semplice - una matrice da utilizzarsi con soli supporti empirico/intuitivi -, che si è definita la metodologia attraverso cui individuare immediate correlazioni tra "aspetti - e parametri - urbanistici" (es.: elenco delle attività consentite, modalità di intervento, indici, standards d'uso, trattamento aree di pertinenza, etc.) ed indici ambientali: a loro volta suddivisi in "parametri di controllo", relativi ai principali fattori di potenziale impatto connessi all'esplicarsi delle attività umane (caratteristiche quali/quantitative delle acque di scarico; recapito degli scarichi idrici; fabbisogno di dotazione idrica; alterazioni alla permeabilità dei suoli; emissioni di polveri e fumi, rumorosità, etc.) e in "indicatori vocazionali relativi invece alla capacità portante e al grado di adattabilità del territorio alle sollecitazioni indottegli dal sistema insediativo (condizioni di carico idraulico dei bacini di scolo; vincoli idrogeomorfologici; vulnerabilità all'inquinamento, etc. ).
 
Gli indicatori vocazionali sono a loro volta rappresentabili attraverso cartografie tematiche - la cui effettiva elaborazione è potuta intervenire nella seconda fase del Progetto Ambiente -.
La matrice proposta si sforza di costituire in definitiva, lo strumento operativo di "una cultura ambientale che prende in esame in modo unitario" - nei termini più semplici - "fattori e parametri molto complessi".
 

pianificazione urbanistica e pianificazione ambientale

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