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Relazione Geologica
per la Variante Generale al Piano Regolatore del Comune di Modena
Condizioni fisico ambientali: Suolo e sottosuolo
Aspetti Geologici, Geotecnici e Geomorfologici
Indagini geologiche di base
| Comune di Modena - Settore Risorse e Tutela Ambientale |
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| Istituto di Geologia Università di Modena |
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| ing. Alberto Muratori - Comune di Modena |
Coordinatore del Progetto Ambiente |
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| prof. Rodolfo Gelmini - Istituto di Geologia di Modena |
Direzione scientifica |
| dott.ssa Nadia Paltrinieri - Comune di Modena |
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| dott.ssa Luisa Marino - Comune di Modena |
Responsabile della Ricerca |
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Tetto delle Ghiaie - scala 1:10.000
(Tavole 1.3 Nord - 1.3 Sud)
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Metodologia adottata
La carta in oggetto è stata ottenuta dalla elaborazione di circa 2000 dati, messi a disposizione dall'Intergeo e dall'Istituto di Geologia dell'Università di Modena, comprendenti prove penetrometriche (per la maggior parte), sondaggi geognostici e stratigrafie di pozzi per acqua ubicati nell'area del Comune di Modena.
Tali dati sono stati integrati da circa altre 100 prove penetrometriche eseguite appositamente per coprire più o meno uniformemente tutta la zona studiata.
Per ogni sondaggio è stata esaminata la stratigrafia ed è stata evidenziata la presenza o meno di uno spessore significativo di ghiaia e la relativa profondità espressa in metri dal piano campagna.
Dopo aver riportata in carta le profondità del primo orizzonte ghiaiosa sono state tracciate le linee che uniscono i punti in cui il "tetto" delle ghiaie si trova alla medesima profondità.
Le isobate identificano così una superficie data dall'anastomizzarsi dei diversi corpi ghiaiosi. Questa metodologia è applicabile dove i corpi ghiaiosi vengono a saldarsi l'uno con l'altro, o meglio, per la coerenza dei dati si può supporre che così si verifichi; non è pertanto da escludere che tra un punto e l'altro la superficie cosi ricostruita possa essere non continua.
La scelta di usare le isobate espresse in metri dal piano campagna e non riferite al livello del mare, è stata determinata dal fatto che dal punto di vista applicativo la lettura della carta e quindi la sua utilità ai fini del P.R.G. è sicuramente più immediata.
Le isobate sono di due tipi: a tratto continuo e a tratto discontinuo. Le prime sono state tracciate in quelle zone in cui i dati a disposizione sono più numerosi, coerenti e attendibili per cui è stato possibile identificare con sicurezza l'andamento del tetto delle ghiaie.
Quello a tratto discontinuo evidenziano un probabile andamento di tale orizzonte ghiaioso nelle aree in cui, data la mancanza di sondaggi o la loro scarsa attendibilità, non era possibile collegare con sicurezza i vari punti ubicati in carta. |
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Descrizione della carta
Nel territorio del Comune di Modena si assiste ad un generale approfondimento del tetto delle ghiaie procedendo dal margine meridionale del Comune verso quello settentrionale, e dalle conoidi dei due corsi d'acqua maggiori (Secchia e Panaro) verso l'interno cosicché l'andamento del tetto delle ghiaie individua una forma grossomodo a trogolo aperto verso nord; le ghiaie affiorano in superficie nel bordo di questa struttura, mentre nella zona centrale, corrispondente al centro storico della città di Modena, si incontrano solo intorno ai venti metri di profondità dal piano di campagna.
In alcune zone come ad esempio tra la Bruciata e Cittanova ad ovest del centro storico sono state delimitate lenti superficiali isolate di ghiaia intorno agli 8-10 metri dal piano di campagna (indicate a tratteggio nella carta) al di sopra di quella che può essere considerata la superficie ipotetica dell'orizzonte ghiaioso.
Ciò è stato possibile poiché nei numerosi sondaggi della zona sono state incontrate le ghiaie a più livelli; quelle alla profondità di 13-15 metri sono correlabili con gli altri dati e individuano la superficie ghiaiosa continua, mentre quelle intorno agli 8-10 metri, ad andamento lenticolare, tra loro allineate in disposizione ovest-est, rappresentano dei corpi sospesi interpretabili come traccia di un paleoalveo del Secchia.
Generalmente non sono state tracciate le isobate al di sotto dei 20 metri dal piano di campagna salvo in quei punti in cui esistono dati sicuri; in alcune aree in cui si hanno dati che indicano la presenza di ghiaie a profondità maggiore è stata posta la nomenclatura ">20" per completare la visione d'insieme della carta.
I dati a disposizione hanno messo in evidenza che i depositi ghiaiosi, che individuano una superficie pressoché continua alle latitudini del centro storico, diventano più a nord discontinui e con tendenza a scomparire o a ridursi a lenti isolate poste a profondità variabili. |
P. Fazzini
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