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L'elaborato in oggetto PDF 3.362KB -
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riguarda la permeabilità delle rocce affioranti nell'area di pianura prospicente i primi rilievi collinari, rappresentate dai sedimenti alluvionali sciolti antichi e recenti, fino al limite del Comune di Modena. La scelta dell'area è stata suggerita dalla necessità di fornire conoscenze sull'attitudine delle rocce superficiali a farsi attraversare dall'acqua e più in generale dai fluidi per la costruzione della Carta della Vulnerabilità.
Nell'alta pianura prevalgono le zone di comunicazione diretta tra la superficie e la falda in quanto l'acquifero può considerarsi monostrato non confinato; esso diventa compartimentato e confinato più a nord nel sottosuolo di Modena con livelli acquiferi posti a diverse profondità a partire da circa 20 metri dal piano di campagna.
I diversi tipi litologici affioranti, riportati nella Carta della Litologia di Superficie a scala 1:25.000 (1.5
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sono stati raggruppati in tre categorie principali sulla base di un grado medio di permeabilità dedotta dalla natura e dalla granulometria dei materiali. Per tutte le rocce affioranti si tratta di permeabilità per porosità.
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Analisi dei dati
Esaminando la Carta della Permeabilità di superficie (Tavola 1.7
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appare evidente la predominanza delle aree permeabili verso sud, in vicinanza dei rilievi; esse si dispongono verso nord in stretta correlazione con gli andamenti attuali e anche antichi dei principali corsi d'acqua. Procedendo verso nord predominano i terreni a grana fine e quindi a bassa o nulla permeabilità. Tuttavia la distribuzione non è omogenea e, specie lungo i corsi d'acqua principali od anche in corrispondenza di vecchi alvei abbandonati, testimonianti le loro frequenti migrazioni, si possono avere interruzioni, più o meno vaste, della copertura ''impermeabile'' con l'affiorare di limi od anche di sabbie. E' il caso, in particolare, delle aree limitrofe agli attuali alvei del fiume Secchia e del fiume Panaro, ma anche del Naviglio di Modena modellato nell'alveo del torrente Cerca.
Queste zone individuate e, forse, anche esaltate nella rappresentazione, risultano assai indicative per la carta della vulnerabilità; è però importante notare che la Carta della Permeabilità è basata sulle caratteristiche delle rocce affioranti, le quali non sono estrapolabili in profondità dove si possono incontrare rocce con permeabilità molto diverse.
Ai fini di una valutazione globale della vulnerabilità è particolarmente importante tener conto della profondità del tetto dei livelli ghiaiosi, sicuramente ad elevata permeabilità. Per quanto riguarda le zone interessate dallo scorrimento dei corsi d'acqua minori, che scendono dai rilievi collinari, dove la permeabilità di superficie è più limitata, si deve tener conto che siamo in presenza di una situazione particolare: cioè in corrispondenza di una zona nella quale, in profondità, le lenti di ghiaia non si anastomizzano e pertanto non è possibile ricostruire un'unica superficie continua. (cfr. Carta del Tetto delle Ghiaie:
1.3 NordPDF 1.278KB -
1.3 SudPDF 1.466KB)
Lungo l'asta dei fiumi principali, il Secchia e il Panaro, l'affiorare in superficie di terreni ad elevata permeabilità corrisponde ad una diretta comunicazione con le ghiaie in profondità. Ciò perlomeno fina all'altezza dell'Autostrada del Sole; infatti più a nord i livelli di ghiaia tendono a chiudersi a cuneo e quindi gli acquiferi risultano compartimentati, cosicché la permeabilità di superficie non necessariamente è connessa con gli acquiferi profondi. |