Piano Urbano del Traffico - Piano della Mobilità
Nel 1991 l'Amministrazione Comunale ha elaborato il Piano del Traffico e della Mobilità ai sensi delle Circolari Ministeriali n. 2575 dell'8 agosto 1986 e n. 1196 del 28 giugno 1991. Tale strumento considera l'intero sistema della mobilità, pubblica e privata. Le azioni previste nell'ambito del Piano del Traffico e della Mobilità hanno trovato una parziale attuazione in seguito ad una serie di modifiche alla circolazione stradale e attraverso la riorganizzazione integrale del trasporto pubblico urbano, realizzata nell'ottobre 1996.
L'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada ha determinato la necessità di adeguare alla normativa gli strumenti di pianificazione in materia di mobilità. E' inoltre emersa l'opportunità di organizzare le azioni intraprese nel frattempo in seno al Settore Traffico, Viabilità e Trasporti Pubblici e quella di individuare una serie di azioni mirate ai sistemi di trasporto e al governo della mobilità, alla luce delle evoluzioni intercorse dal periodo di stesura del Piano del Traffico e della Mobilità.
L'Amministrazione si è pertanto impegnata ad adeguare il Piano ai contenuti previsti dalle Direttive Ministeriali per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del Traffico e ad adottare il nuovo Piano Generale del Traffico Urbano, che nel caso specifico assume la valenza di Piano della Mobilità, compatibilmente con quanto previsto dalle normativa.
In particolare le Direttive forniscono le seguenti definizioni:
Il Piano è costituito da un insieme coordinato di interventi per il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale nell'area urbana, dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati, realizzabili e utilizzabili nel breve periodo e nell'ipotesi di dotazioni di infrastrutture e mezzi di trasporto sostanzialmente invariate. In particolare il PUT deve essere inteso come "piano di immediata realizzabilità", con l'obiettivo di contenere al massimo le criticità della circolazione.
La corretta progettazione dell'organizzazione della circolazione stradale deve prevedere interventi su tutti i suoi settori, ivi inclusa, oltre la gestione ottimale degli spazi stradali esistenti, pubblici o aperti all'uso pubblico (individuazione degli interventi di organizzazione delle sedi viarie, finalizzata al miglior uso possibile delle medesime per la circolazione stradale), anche -ove necessario- la gestione ottimale del sistema di trasporto pubblico collettivo stradale (individuazione di nuovi percorsi e nuove frequenze delle linee, finalizzata al migliore uso possibile del relativo parco dei mezzi esistenti). In tale evenienza, il PUT può più propriamente essere denominato Piano della mobilità, mentre nell'altra evenienza rimane al PUT il significato -più limitato di gestione ottimale degli spazi stradali esistenti.
... la progettazione e la verifica degli interventi previsti nel PUT devono considerare gli effetti di tali interventi sulle prestazioni e la capacità del servizio di trasporto pubblico collettivo.
Nel processo di pianificazione e governo del sistema dei trasporti a scala urbana, il PUT costituisce in definitiva lo strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, che mediante successivi aggiornamenti (piano processo) rappresenta le fasi attuative di un disegno strategico di lungo periodo.
Parte delle analisi e dei contenuti del Piano della Mobilità sono stati anticipati dal Piano di riorganizzazione della sosta nelle aree urbane centrali, ultimato nel mese di luglio del 1997. Il piano di riorganizzazione della sosta è stato approvato con
Delibera di Consiglio Comunale n° 39 del 26/3/1998.
Il documento è parte integrante della documentazione del Piano della Mobilità.
Il presente Piano della Mobilità (PdM) a livello generale, corrisponde al livello di definizione del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) definito nelle Dir. Min. LLPP 24.06.95; il Piano si articolerà ulteriormente in Piani di settore, Piani Particolareggiati e progetti di dettaglio, che verranno sviluppati in seguito all'adozione del piano generale.
L'elaborazione del PdM è proceduta attraverso due fasi:
- la definizione degli obiettivi e degli indirizzi, che ha riguardato anche un processo di consultazione presso le sedi istituzionali e le rappresentanze economiche e sociali;
- la stesura del piano vero e proprio, i cui contenuti sono illustrati nella presente relazione, a partire da detti indirizzi.
Il documento di indirizzi del Piano è stato approvato con Delibera del Consiglio Comunale n° 64 del 25/05/2000.
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