Piano delle discariche controllate: nasce dall'esigenza di pianificare la realizzazione degli impianti di discarica dei rifiuti urbani a completamento e supporto dell'inceneritore, e dei rifiuti speciali; distinguendo in tal senso le tipologie di rifiuto che abbisognano di impianti di discarica con particolari dispositivi di protezione ambientale, e tali da dar luogo a significativi impatti e/o vincoli sull'uso delle aree contermini, rispetto ai casi in cui - come per i rifiuti c.d. "inerti" (residui di demolizione e scavo) o le terre di scarto derivanti dai processi di formatura a verde nelle fonderie di ghisa di seconda fusione - Lo stoccaggio definitivo dei materiali di rifiuto non dà luogo ad impatti significativi sull'ambiente, potendo costituire, al contrario, metodica per il ritombamento e quindi per il celere recupero di aree investite da attività estrattive.

Piano dei centri di autorottamazione: l'esigenza di procedere ad una pianificazione dei centri di autorottamazione deriva dalle disposizioni dell'art. 15 del D.P.R. 915/82 che ne prescrive l'istituzione, specificando che tale attività può essere svolta esclusivamente presso "appositi centri" previo conseguimento di una licenza comunale.
Nel caso di specie si tratta di dare risposta all'esigenza di avviare a rottamazione i circa quindicimila veicoli annualmente cancellati dal PRA. L'ipotesi progettuale, da approfondire per altro in sede di versione operativa del PRG prefigura l'istituzione di 4 centri che dovrebbero essere preferibilmente ricavati utilizzando aree già dotate di accettabili livelli di infrastrutturazione quali ad esempio le fornaci dismesse, la cui parziale utilizzazione per tali fini consentirebbe di associare all'attività principale anche altre attività economiche a basso valore aggiunto, che abbisognano per altro di ampi spazi scoperti pavimentati, come la rottamazione di materiali metallici e di depositi di materiali, tipo laterizi, manufatti in cemento e simili.

Normativa per l'attenuazione degli impatti sul sistema insediativo derivante dalle attività produttive e di servizio:
Dagli imputs provenienti dall'esperienza di un decennio di gestione ambientale, e da una sempre più diffusa domanda di "qualità" dell'ambiente urbano sono derivati i principi per una sostanziale revisione della normativa relativa alla disciplina delle attività produttive, e degli spunti per una riflessione sui criteri finora seguiti per valutare la compatibilità delle attività di servizio col tessuto residenziale.

Indicazioni Programmatriche per la revisione della Normativa di P.R.G. relativa alle Zone Produttive

L'esperienza condotta in questi anni, assieme alla elaborazione teorica relativa alla mappatura del rischio sul territorio permette oggi di cogliere l'occasione della redazione della Variante Generale al Piano Regolatore del Comune di Modena, per tentare una revisione delle norme attuative e della stessa impostazione di base, mirante alla riduzione dei rischi per la popolazione e alla attenuazione degli impatti di attività produttive e del terziario sulla residenza.
In questo senso gli strumenti normativi disponibili sono, oltre al PRG stesso, le norme di attuazione, il regolamento edilizio e quello di igiene, che dovrebbero integrarsi reciprocamente, sulla scorta di criteri di base, che si è cercato di definire nel presente documento. Esso ha quindi un duplice obiettivo: l'identificazione delle caratteristiche di zona nell'ambito della suddivisione del territorio; la definizione di norme di attuazione e di vincoli da inserire nei dispositivi regolamentari.
In questa fase si ritiene di non spingersi oltre la definizione dei criteri e quindi il documento ha una funzione propositiva e non già dispositiva.
Esso è diviso in due distinte sezioni, rispettivamente dedicate alle attività industriali, che possono provocare problemi ambientali di grande valenza e attività soprattutto di servizio che spesso, coabitando con la residenza, creano una microconflittualità assai significativa. In altri documenti sono stati analizzati grandi impatti (rumore, vulnerabilità acquiferi, ecc.) e pertanto non si entra in questi temi, se non per quanto attiene le specifiche attività a rischio.

Attività Industriali

Attività in Zona Residenziale

Studio sul rumore urbano: Esso contiene elementi di valutazione capaci di incidere su prescrizioni normative, e sulla disciplina dell'uso degli immobili maggiormente esposti allo stress da rumore; fermo restando che potrà dispiegare il massimo livello di efficacia in sede di revisione del piano di mobilità sul territorio, per la definizione dei cui obiettivi lo studio sul rumore urbano, elaborato dai settori di Igiene Ambientale e Fisica Ambientale dell'U.S.L. n.16, assume senza dubbia ruolo fondamentale.