Comune di Modena
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Università di Venezia - Facoltà di Architettura

Laboratorio di urbanistica

Anno Accademico 1998-99
 
IUAV
Prof. Bruno Cassetti
 
Corpo docente:
arch. Silvia Perissinotto
arch. Fabio Zlatich
arch. Maria Grazia Santoro


Il corso di urbanistica si propone di avvicinare gli studenti ai temi della progettazione urbana sia attraverso la conoscenza e lo studio degli strumenti urbanistici che vengono utilizzati per guidare la trasformazione della città, sia effettuando delle esperienze di progettazione applicate a contesti reali e a scale diverse.
L'oggetto del corso è la città costruita, e in particolare la piccola e media città italiana. In essa si possono infatti riconoscere tutti i tratti del disagio e dell'inadeguatezza tipici della grande città contemporanea sul terreno della dotazione dei servizi, della trasformazione degli usi, del problema della mobilità, della qualità dell'arredo urbano e più in generale degli spazi pubblici, e al contempo, i tratti di una straordinaria vivacità sociale, economica, partecipativa.
Nella piccola e media città si coniugano al contempo i temi della conservazione e del recupero urbano con quelli del rinnovo e della trasformazione che, per la dimensione e per la composizione sociale, appare più complesso nella gestione del quotidiano ma anche nella costruzione strategica. Gli attori in campo sulla scena della piccola e media città sono infatti più fragili dal punto di vista economico, più dirette sono le relazioni politiche tra cittadini e amministrazione pubblica, più concreto e diffuso il dibattito sulle aspirazioni e sugli scenari futuri in tema di assetto urbano.
I riferimenti culturali che vengono utilizzati nel dibattito contemporaneo sulla qualità urbana sono, nella loro stragrande maggioranza, modelli che trovano la loro concreta applicazione in aree urbane o metropolitane di grandi dimensioni, nelle quali la consistenza dei temi e la corposità degli interessi vanno di pari passo con la dimensione degli investimenti e dei soggetti promotori, non ultimo fra questi il soggetto pubblico.
Va di moda, nella letteratura specialistica così come nella stampa generalista, la celebrazione dell'evento spettacolare anche in architettura, eventi che avvengono di norma nelle grandi realtà urbane. Ma gli eventi da soli non riescono a costruire strategie e innovazioni radicate.
Diversamente, nella città di media dimensione, il soggetto pubblico tende a diventare un puro luogo di mediazione di interessi non sempre coerenti tra loro, non potendo contare sulle risorse necessarie per essere effettivamente promotore di azioni, di investimenti, di trasformazioni. E anche nelle piccole città l'idea dell'evento tende a sostituire, talvolta, quella di progetto.
Lo strumento che tradizionalmente raccoglie ed esprime nella sua complessa articolazione il sistema delle aspirazioni, dei bisogni, degli interessi sociali ed economici, dei desideri è il piano regolatore generale e il su corollario di apparati esecutivi.
La crisi di questo strumento, da lungo tempo osservata e dibattuta, non ha ancora prodotto delle innovazioni adeguate a garantire una sufficiente trasparenza nella produzione delle decisioni amministrative, a indicare con chiarezza i risultati che si perseguono, a garantire la certezza dei tempi di realizzazione e delle modalità con le quali si possono modificare le decisioni assunte, a valutare la qualità della città futura. Ciò è attribuibile a cause eterogenee che fanno riferimento sia alla produzione legislativa - e quindi all'azione politica - sia ai interessi immobiliari che comunque costituiscono uno dei fattori trainanti della trasformazione urbana.
E tuttavia non è estraneo a questa decadenza il modo - la forma - con la quale il piano urbanistico si è definito in tutti questi anni a partire dal dopoguerra. Solo recentemente si è sviluppato nelle sedi specializzate un confronto e una sperimentazione che ha spostato il dibattito sugli strumenti urbanistici generali dal terreno della regolazione di tutte le pulsioni umane all'esigenza di adeguare anche il ritmo temporale delle previsioni al frenetico incalzare dei cambiamenti che si registrano in economia e in politica.
Ne è derivata un'ipotesi di lavoro che ha visto, nella pianificazione a due livelli - un livello strutturale e uno operativo - una possibile soluzione al dilemma perenne sulla praticabilità della "pianificazione" totale o dell'adattamento sistematico alle domande più forti ed esplicite.
La conoscenza degli strumenti urbanistici e l'esperienza della progettazione urbana applicata a situazioni concrete, che sono oggetto del corso, hanno quindi lo scopo di consentire allo studente di individuare la relazione tra questi due fattori apparentemente complementari e spesso, invece, confliggenti fra loro, per verificare su un terreno reale la concretezza e la consistenza degli elementi di crisi della strumentazione urbanistica.

Organizzazione del corso
Il corso è organizzato in due diversi momenti didattici, entrambi compresi nel modulo semestrale, uno teorico e uno applicativo.
Nel primo modulo verranno descritti e illustrati con lezioni ex cathedra esemplificazioni degli strumenti urbanistici: il piano regolatore generale, i piani attuativi, i piani di settore, le modalità di formazione e di gestione, i diversi casi di applicazione.
Le lezioni avranno inoltre come oggetto l'illustrazione di progetti a scala urbana realizzati in diverse realtà, con temi diversi e dimensione eterogenea in Italia e all'estero, intesi come momento esemplificativo dei processi di trasformazione della città contemporanea e del dibattito ad essi connesso sulla natura e qualità degli strumenti urbanistici.
Nello stesso periodo si svolgerà un'esercitazione progettuale su una o più aree di città esistenti, in una scala compresa fra 1:2000 e 1:500, nelle quali lo studente dovrà dimostrare la propria capacità di interpretare e di progettare le relazioni fra i diversi materiali costitutivi di un territorio urbanizzato, la massa residenziale, la rete infrastrutturale, il sistema dei servizi, i luoghi pubblici ecc.
L'esercitazione applicata a una o più aree di città esistenti, verterà quest'anno sulla città di Modena, in Emilia-Romagna, città già interessata dalla attività di un laboratorio di tesi di laurea condotto dal sottoscritto e seguito dagli uffici comunali.
Il progetto avrà come oggetto un serie di luoghi e di problemi che sono attualmente all'attenzione dell'amministrazione comunale, per consentire allo studente una verifica concreta delle proposte avanzate nel rapporto con una "committenza" reale e interessata.
Il tema specifico del progetto verrà scelto dallo studente durante il corso, e verrà svolto attraverso la redazione di disegni e la costruzione di plastici secondo modalità definite dal docente.
Lo studente dovrà compiere due esercitazioni: la prima esercitazione servirà ad impostare i problemi e la strategia progettuale e verrà svolta nell'arco delle prime quattro settimane.
La discussione e l'approvazione della prima esercitazione da parte del docente consentirà si passare alla seconda, vale a dire alla redazione del progetto finale preferibilmente entro la scadenza del semestre, passato il quale non saranno più garantite dal docente le revisioni dei progetti.
Lo studente dovrà dimostrare la propria maturità nell'affrontare i temi progettuali proposti, avendo cura di sostenere il contraddittorio con il docente per dimostrare la propria "convinzione" progettuale piuttosto che rispondere a richieste e modalità compositive ed espressive da esso proposte, perché non vi saranno richieste in tal senso.
Durante la redazione del progetto è auspicabile, ancorché non obbligatorio, che lo studente tenga, a scopo autodidattico, un "diario" del progetto, costituito dalla antologia di tutti i materiali intellettuali, i riferimenti, gli schizzi, le riflessioni che, a diverso titolo, hanno contribuito alla formazione del progetto definitivo.
Il lavoro dello studente si svolgerà in gruppo, in relazione al numero degli iscritti al corso, per permettere un numero adeguato di revisioni.

 
 
 
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