|
Modena guarda lontano...
pensieri e progetti per la città
|
Comune di Modena: Assessorato alla Programmazione e Gestione del Territorio |
|
Nel proseguimento di tutta l'attività, logicamente, il Progetto Urbano sarà oggetto di ulteriori avanzamenti e approfondimenti. Quindi la composizione delle diverse ipotesi progettuali proposte verrà senz'altro aggiornata e perfezionata.
Ma poi, almeno su quegli stessi temi, al momento necessario la fase della ricerca deve sfociare nella fase delle decisioni operative; salvo invece continuare la ricerca su ulteriori aspetti e problematiche, secondo lo spirito del Laboratorio della Città.
Infatti è importante ricordare che nell'agenda dell'Amministrazione modenese c'è anche la predisposizione del nuovo Piano Strutturale Comunale, che corrisponde alla formazione del nuovo strumento urbanistico generale ai sensi di legge.
E' quindi di grande interesse, nel nostro caso, il rapporto fra questi due momenti essenziali dell'azione amministrativa.
Da un lato, l'approfondimento delle idee e delle proposte progettuali per la città che si vuole realizzare; dall'altro, la redazione tecnica e giuridica dello strumento di pianificazione da porre a fondamento stesso del Progetto.
La questione del rapporto fra tali due momenti merita un approfondimento, anche per non ricadere ingenuamente nell'esausta diatriba fra sostenitori del piano e sostenitori del progetto. Che ovviamente non si escludono, ma collaborano.
Solo che nel percorso seguito c'è un'inversione dell'ordine dei fattori.
Anziché definire prima le scelte di pianificazione, per poi metterle in atto con progetti attuativi che si conosceranno soltanto dopo, in questo caso prima si esplorano e si comunicano i possibili risultati progettuali, per poi trasformarli - se ed in quanto condivisi - in scelte di pianificazione vincolanti.
E forse in questo caso non è vero che il prodotto non cambia.
Cambia, e la differenza sta tutta tra attuare una scelta fissata a priori senza averne verificato l'esito morfologico, e condividere un possibile risultato concreto e verificato, per poi di conseguenza fissare le regole urbanistiche che ne devono assicurare la fattibilità.
Giacché il Progetto Urbano, dopo essere stato una ricerca delle soluzioni preferibili, è anche uno strumento per condividere la soluzione che successivamente, nei suoi termini essenziali, diventerà scelta effettiva di pianificazione strutturale.
D'altra parte, la questione riguarda i contenuti stessi da assegnare alla pianificazione strutturale.
Nella nostra regione, solitamente, tali contenuti coincidono con i quadri generali del contesto fisico-ambientale, del sistema infrastrutturale sovraordinato e delle potenzialità insediative riconosciute, ma non comprendono gli aspetti morfologici dell'impianto urbano, e con essi gli aspetti fondamentali dell'architettura della città.
Se, viceversa, si vuole affermare il carattere strutturale e strutturante della morfologia urbana - carattere che è implicito nel concetto stesso di urbanità - ossia il carattere fondamentale di quegli elementi d'architettura urbana che danno senso alla forma della città ed ai suoi organici sviluppi, allora è evidente che la stessa pianificazione strutturale deve saper incorporare quegli elementi morfologici ai quali detta funzione è precisamente riconosciuta.
E' evidente che tali elementi strutturali e morfologici vanno individuati, evidenziati, classificati, esplorati nelle loro potenzialità di architettura che produce effetti alla scala urbana.
E tutto questo richiede un lavoro preparatorio, di più ampia e partecipata ricerca progettuale, che possa dimostrare quali contributi strutturali l'architettura può fornire al servizio della città.
Qui s'innesta, appunto, la funzione originale del Laboratorio della Città.
Quella di una ricerca progettuale su temi ed ambiti specifici della città, intesa però non come attuazione di un piano generale già definito, bensì come esplorazione di potenzialità di trasformazione e di riqualificazione urbana: da mettere in discussione, da condividere, ed infine da validare, come scelte suscettibili di diventare elementi fissi della pianificazione strutturale.
Di conseguenza il progetto urbano è anche strumento di comunicazione delle diverse ipotesi progettuali.
Ipotesi che difficilmente potrebbero essere portate ad un'ampia condivisione e validazione operando solo sulla base astratta di un piano-programma e dei suoi tecnicismi; ossia senza mettere in campo tutta la capacità narrativa e dimostrativa che è propria dei disegni dell'architettura urbana.
Emerge allora in tutta la sua importanza, nel progetto stesso, l'attività comunicativa che lo accompagna.
Sappiamo bene quanto, nella frammentazione dell'attuale società multiculturale, mutevole, instabile - qualcuno la definisce liquida - risulti difficile individuare con chiarezza quali siano le scelte urbanistiche che davvero corrispondono ad un interesse collettivo certo e riconosciuto.
Lo stesso concetto di interesse collettivo sembra essere costantemente in discussione. Ma, proprio per la relativa difficoltà nell'attribuire un interesse collettivo alle specifiche scelte urbanistiche, aumenta l'importanza della procedura seguita per la loro definizione.
Al punto che potremmo far coincidere in buona parte l'interesse collettivo proprio con la buona procedura seguita per la formazione e la validazione delle scelte medesime. E così trova ulteriore conferma l'affermazione che proprio la ricerca paziente dell'interesse collettivo è ciò che caratterizza un vero progetto di urbanità.
| |