Comune di Modena
Servizio Pianificazione Urbanistica   POC MO.W
Piano operativo di Riqualificazione Urbana per il Quadrante di Modena Ovest
 



II.1 - POC Mo.W - Relazione illustrativa
Premessa | Rapporti con gli strumenti di pianificazione sovraordinati | Obiettivi generali | Contesto territoriale | Opportunità, criticità e vincoli: sintesi schematica | Il progetto per la città pubblica | Il progetto per la città costruita | Rapporto preliminare | Elaborati costitutivi

 

Rapporti con gli strumenti di pianificazione sovraordinati

Coerenza rispetto al PSC vigente | Coerenza rispetto al Documento di indirizzo per il quadrante urbano di Modena Ovest

 
Inquadramento urbano e descrizione dell'esistente

I principali riferimenti normativi e di indirizzo per la redazione della presente variante sono riconducibili sostanzialmente ai seguenti documenti:


 
 

Coerenza rispetto al PSC vigente
 
Il perimetro del POC MO.W ricomprende ambiti già definiti di riqualificazione urbana dal PSC vigente, riferibili sostanzialmente alla parte ad est della linea ferroviaria che corrisponde al cosiddetto Villaggio Artigiano, alle aree circoscritte dal cavalcavia e dalla via Emilia, e a parte dei tessuti produttivo/artigianali di via San Cataldo con affaccio verso il Cimitero.
 
Per tali ambiti, ed in particolare per quelli del Villaggio Artigiano, la presente variante sviluppa e disciplina politiche di trasformazione in attuazione delle politiche e degli obiettivi generali della Normativa degli Ambiti di PSC (elaborato 2.r),Visualizza la Normativa degli Ambiti - approvazione C.C. n° 2 del 9 gennaio 2014 (in formato PDF)[PDF 1.107KB]  con particolare riferimento al Capo II, art. 2, punti f, h, i, j, che nel merito riportano come obiettivi generali da perseguire per il territorio urbano le seguenti indicazioni:

  1. La pianificazione persegue l'obiettivo di non espandere il perimetro del territorio già urbanizzabile. L'incremento residenziale dovrà essere attuato attraverso il completamento delle parti non ancora edificate e la riqualificazione e rifunzionalizzazione di quelle da riqualificare, attraverso le politiche individuate per i singoli ambiti.

  2. Qualificazione e congiunzione delle porzioni di territorio immediatamente prospicienti l'attuale tracciato della linea ferroviaria, nel tratto ad ovest della stazione centrale, in direzione Milano, per la quale è prevista la dismissione.
    La sede su cui attualmente passa la linea ferroviaria, una volta dismessa, costituirà importante spazio di collegamento pubblico fra i tessuti edilizi contermini, dovrà essere pertanto mantenuta la permeabilità, anche per la percorrenza pedonale/ciclabile.
    La dismissione consentirà la ricostruzione del tessuto secondo linee territoriali interrotte.

  3. Qualificazione e mitigazione ambientale della sede dell'attuale linea ferroviaria nel tratto dalla stazione centrale in direzione Bologna, attraverso la formazione di fasce di ambientazione e l'utilizzo degli spazi residui interni all'area urbana per funzioni prevalentemente pubbliche o di uso pubblico e di arredo e qualificazione di margini edilizi per le parti già edificate.

  4. Qualificazione e riconversione funzionale della parte più vecchia del patrimonio edilizio dei villaggi artigiani di Modena Ovest (Via Nobili) e San Lazzaro (Via Cilea/Respighi) attraverso il recupero e lo sviluppo tipologico dell'esistente, oltre che con mirata sostituzione edilizia.
    Le attività produttive dovranno essere compatibili, pertanto non inquinanti e qualificate dal punto di vista economico e sociale; le funzioni esistenti potranno essere integrate attraverso il POC con altre di tipo residenziale, commerciale e terziario, favorendo quelle di tipo artigianale, allo scopo di ammodernare negli stessi luoghi l'attività artigiana (anche di terziario avanzato), che ha caratterizzato in modo significativo il tessuto urbano e lo sviluppo della nostra città.

Inoltre, la variante fa proprie anche le relative specificazioni per i sub-ambiti di tipo III b (Ricomposizione e riassetto del tessuto urbano), con particolare riguardo all'art. 2.8 commi 2, 3, 4 e 5, che rispettivamente riportano:

  1. In queste aree le trasformazioni urbanistiche, edilizie e d'uso devono proporsi l'obiettivo primario della riabilitazione e riconversione a nuove funzioni del patrimonio edilizio e fondiario in abbandono, secondo una criterio di con ferma della originaria natura degli insediamenti, ampiamente polifunzionale.
    Devono proporsi inoltre il ripristino della qualità dell'immagine dell'ambiente urbano, che sia venuta meno a seguito del decadimento fisico e funzionale, o la creazione della qualità dell'immagine nelle situazioni locali carenti, sotto tale aspetto, fin dall'origine.

  2. Negli insediamenti di formazione meno recente gli interventi devono ispirarsi ad un criterio di conservazione e ricomposizione degli elementi caratterizzanti il paesaggio urbano, con particolare riferimento alle cortine murarie degli edifici a destinazione produttiva, ai volumi tecnici particolarmente riconoscibili o significativi, all'ampio assortimento di tipi edilizi polifunzionali, alla sistemazione degli spazi pubblici.

  3. L'inserimento o la sostituzione di volumi in edifici singoli o complessi esistenti, anche in assenza di specifiche prescrizioni o vincoli conservativi, deve di conseguenza ricercare la conferma degli elementi costruttivi caratterizzanti il volume originario, integrandoli nel nuovo assetto compositivo.
    A tal fine le nuove funzioni da collocare devono essere ricercate fra quelle più confacenti alle caratteristiche dimensionali e tipologiche degli edifici da riconvertire.

  4. Anche gli interventi di adeguamento e rifacimento delle opere di urbanizzazione primaria negli insediamenti di formazione meno recente e quelli di completamento o integrazione richiesti dalle relative trasformazioni urbanistiche ed edilizie devono tendere al ripristino dell'assetto originario.

All'interno del perimetro della variante, ed ai fini di un riordino e di un riequilibrio delle dotazioni territoriali in considerazione anche della dismissione della linea ferroviaria, sono ricomprese anche alcune limitate aree ad ovest della ferrovia, ricadenti in ambiti classificati dal PSC vigente come ambiti urbani consolidati, in particolare classificati come sub-ambiti di tipo II b (Consolidamento di zone residenziali e miste).
 
Anche in questi casi la variante sviluppa le politiche specifiche di sub-ambito indicate dal PSC, con particolare riferimento all'art. 2.6 commi 2 e 4, cui si rimanda (Normativa degli Ambiti di PSC),Visualizza la Normativa degli Ambiti - approvazione C.C. n° 2 del 9 gennaio 2014 (in formato PDF)[PDF 1.107KB].
 

 

Coerenza rispetto al Documento di indirizzo per il quadrante urbano di Modena Ovest
 
Il POC MO.W, nei suoi elaborati costitutivi, con diversi livelli di approfondimento, affronta e sviluppa i principali contenuti progettuali alla base del Documento di indirizzoVisualizza il Documento di indirizzo per il Quadrante Urbano di Modena Ovest (in formato PDF)[PDF 3.875KB], facendone peraltro proprie le linee di azione e gli obiettivi in esso dichiarati (con particolare riferimento al cap. 2: Contenuti essenziali e finalità).
 
Innanzitutto, il POC MO.W affronta in maniera organica ed approfondita il quadro infrastrutturale: lo fa alla scala urbana, nel Documento Programmatico per la Qualità Urbana (DPQU), con una verifica approfondita del riassetto infrastrutturale dei principali assi e nodi di traffico (da nord a sud: il riassetto del nodo Montecuccoli/San Cataldo, il Cavalcavia della Madonnina, il collegamento via Emilia/Leonardo da Vinci); ma lo fa anche alla scala di quartiere, con le ricuciture Villaggio Artigiano/Madonnina e con ipotesi di riassetto della mobilità all'interno del Villaggio.
 
Vengono inoltre affrontati i principali temi riguardanti la "città pubblica", e cioè quella sequenza di spazi collettivi che innerva la trasformazione del quadrante ovest della Città: in particolare il sistema Diagonale/Cavalcavia/Cimitero/Via Emilia costituisce il perno attorno al quale costruire un profondo processo di riqualificazione, e che, proprio per la sua rilevanza strategica, è il principale oggetto della domanda di partecipazione al bando regionale per la riqualificazione urbana (di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 858/2011 e alla delibera dell'Assemblea Legislativa n. 42/2011).
 
Infine, il Villaggio Artigiano è uno dei principali temi di riflessione del POC MO.W: a partire da una accurata indagine per comprendere a fondo lo "stato dell'arte" del primo villaggio artigianale, culla e motore dello sviluppo della città a partire dai primi anni '50, si sono succedute e sviluppate una serie di iniziative volte a comprenderne le sue potenzialità ed i suoi attuali limiti, non solo riferiti agli aspetti più propriamente fisici (ed in un certo senso, più propriamente urbanistico-edilizi), ma anche - se non soprattutto - indirizzate a ri-costruire, con la comunità attuale del Villaggio, fatta di residenti, di aziende, di proprietari di immobili, una visione condivisa, per un processo di rigenerazione "dal basso" del tessuto.

 
 
 
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