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1 fine espansione - 2 Modena fra 10 anni - 3 il comprensorio - 4 dall'espansione al recupero
5 centro storico - 6 dall'800 a oggi - 7 qualificazione - 8 sistema informativo - 9 mobilità e servizi
10 nuove espansioni - 11 aree strategiche - 12 centro storico obiettivi - 13 piani operativi
14 piani di settore e progetti pilota - 15 qualificazione dell'esistente - 16 partecipazione cittadini
Tesi n° 1 La fine dell'espansione: le nuove domande e i nuovi obiettivi della pianificazione
Tutela dell'ambiente, qualità urbana, mobilità, ristrutturazione produttiva, recupero dell'esistente, flessibilità, partecipazione delle forze economiche-sociali e dei cittadini: questi gli obiettivi del nuovo Piano Regolatore.
Modena sta attraversando quel profondo processo di trasformazione che, sia pur in modi diversi, è in atto nella generalità del nostro paese in conseguenza dell'esaurirsi della espansione che ha segnato gli ultimi decenni.
Per il calo delle nascite e per l'esaurirsi dei processi migratori dal sud e dalla campagna la popolazione non cresce più: a ciò fanno però riscontro profonde modifiche nella organizzazione familiare e nella realtà sociale, nelle abitudini e nei costumi.
In questo contesto la semplice diffusione dei servizi di base non è più sufficiente a garantire la qualità della vita. Alla domanda di quantità si sostituisce una domanda di diversificazione, flessibilità e articolazione: la rete dei servizi deve essere integrata e arricchita con nuove risposte per le persone e le famiglie, e con nuovi modi di gestione.
La stessa domanda di "casa" in una realtà in cui il numero degli alloggi supera ampiamente quello delle famiglie evidenzia come anche per questo problema siano necessarie nuove e più articolate risposte.
L'apparato produttivo, investito da profondi processi di riconversione, non pone più come in passato una domanda prioritaria di nuove aree ma richiede centri di servizio, strutture terziarie, politiche di governo della ristrutturazione degli insediamenti esistenti.
Il passaggio dalla fase industriale alla fase post-industriale modifica gli assetti produttivi, gli orari ed i tempi di vita urbana e pone domande di una nuova e più articolata logica insediativa per il terziario cui i "centri direzionali" non possono più essere unica risposta.
L'estendersi di una nuova sensibilità ecologica, dovuta all'evidenziarsi dei guasti causati dallo sviluppo, accanto agli interventi di risanamento e tutela pone l'esigenza di una nuova politica industriale che affermi la salvaguardia ambientale e la tutela delle risorse come parametri di valutazione delle riconversioni produttive e delle nuove scelte di sviluppo.
Ciò significa in primo luogo limitare al massimo nuove indiscriminate distruzioni di territorio agricolo, affermando l'esigenza del recupero di edifici ed insediamenti esistenti nella città e nell'area extraurbana.
La trasformazione sociale, l'integrazione e la articolazione dei processi produttivi, l'esigenza di poter fruire dell'offerta dei servizi esistenti ad una scala più ampia di quella urbana richiedono elevati livelli di mobilità e fanno emergere i gravi limiti di un sistema che, non promuovendo lo sviluppo del trasporto pubblico e collettivo, si basa prevalentemente sull'uso del mezzo individuale di trasporto.
La maggiore complessità della organizzazione economico-sociale richiede una città in cui le funzioni dell'abitare, del lavorare e del tempo libero siano più integrate: spesso tuttavia l'integrazione produce situazioni negative e conflitti. Da ciò l'esigenza di individuare nuovi parametri di valutazione degli insediamenti capaci di valutare la compatibilità tra le diverse funzioni.
Gli strumenti di pianificazione definiti e sperimentati positivamente negli anni passati si rivelano infine inadeguati al superamento dei problemi esistenti. Orientati verso le nuove costruzioni e incentrati sulla ricerca di un ruolo prevalente del pubblico nella gestione delle trasformazioni urbane spesso non consentono di attivare un nuovo più avanzato equilibrio tra Stato e mercato, tra pubblico e privato. Da ciò l'esigenza di definire strumenti di piano, procedure, norme capaci di governare la trasformazione e di promuovere il recupero urbano e l'integrazione tra funzioni, creando nuovo reale spazio alla partecipazione.
In conseguenza gli obiettivi che abbiamo posto al centro del progetto di nuovo Piano Regolatore sono: l'ambiente, la qualità urbana, la mobilità, la ristrutturazione produttiva, il recupero dell'esistente, la flessibilità, la partecipazione delle forze economico-sociali e dei cittadini.
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